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Il mio sogno, da ragazzo, era stare accanto ai bambini e trasmettere loro le prime nozioni calcistiche, nella speranza un giorno di entrare a far parte di settori giovanili professionistici.
Purtroppo, però, non ho avuto la fortuna di entrarci, perché non sempre i sogni si avverano...ma ora, grazie a voi e vista la spiacevole condizione del calcio italiano, forse possiamo ancora fare qualcosa, proprio perché abbiamo la fortuna di partire dai più piccoli, anche se ho la sensazione che la situazione nazionale sia lontana dal migliorare. Nei miei trascorsi di giocatore modesto di campi di periferia ed anche da istruttore, mi son trovato coinvolto, mio malgrado, in una serie di situazioni che critico e condanno, nella speranza che non possano più ripetersi.
Per quanto umile sia la mia esperienza, il passare degli anni mi ha messo dinnanzi a dirigenti cupi, allenatori irritabili, permalosi, che hanno fatto perdere il sorriso ai giovani calciatori, colpevoli esclusivamente di percepire ciò che l’adulto, talvolta inconsciamente e contro la propria volontà, trasmette loro, che hanno come unico desiderio quello di divertirsi con un pallone tra i piedi ed in un ambiente sereno, non hanno bisogno di istruttori che trasmettano la smania per la vittoria. Hanno il diritto di sentirsi ripetere che la vittoria più grande consiste nel non adattarsi alla scorrettezza altrui. Non hanno bisogno di sentirsi calciatori professionisti di piccola taglia. Hanno bisogno di istruttori che li educhino al rispetto e che insegnino loro la differenza tra voglia di far bene e ossessione per i tre punti. Non hanno bisogno di arrivare per forza. Hanno il diritto di ricevere un programma di lavoro ludico, che sia incentrato su obiettivi a lungo termine, se vogliamo, che saranno in grado di apprendere la tecnica di base e la tecnica applicata, quando sarà opportuno farlo.
E noi? Noi che ci definiamo educatori, abbiamo anche il diritto di gioire, godendo dei loro miglioramenti e delle soddisfazioni che, a livello umano, ci donano ogni giorno con il loro entusiasmo, i loro sorrisi ed il loro affetto incondizionato. È proprio qui che mi vorrei soffermare; gli allenatori della Scuola Calcio Valdivara 5 Terre dovranno essere la soluzione, o almeno il primo riferimento vero e valido. Un gruppo di adulti con la testa sulle spalle che, condividendo gli stessi valori, possa essere un illuminante esempio di Squadra, vantaggioso, per i più piccoli; confronto con diversi modi di allenare, che messi al servizio come esperienze considero fondamentali per la crescita, come fondamentale credo che si debba lavorare senza fretta, ma tutti sulla medesima lunghezza d’onda, nella stessa direzione, tenendo bene a mente le priorità: La CRESCITA DEI BAMBINI. In questo modo ed in questo modo soltanto, si potrà raggiungere l’obiettivo comune di entusiasmo, lealtà sportiva, spirito di gruppo e rispetto. Il tutto senza tralasciare il miglioramento calcistico, importante a livello motivazionale, ma sicuramente non obiettivo primario, in questi primi anni di vita.
La vostra è una vera missione; pensate per un momento al nostro Paese Italia, alla situazione politica, che necessita di persone giuste al posto giusto. Bene, noi siamo chiamati, ognuno nell’ambito che più lo appassiona, a cambiare l"Italia ed ognuno dovrebbe sentirsi investito di una missione, per poi rimboccarsi le maniche e portare avanti questo spirito positivo. Di conseguenza, quanti non hanno l’attitudine per favorire tutto ciò, coloro che dagli spalti si permettono parole irripetibili e quanti si definiscono allenatori ben prima di sentirsi educatori, mi concedano uno sfogo: sono nel posto sbagliato! Per quanto fingano di non capire, questi personaggi, ignoranti in fatto di crescita del bambino e di preparazione motoria, dovrebbero accorgersi del fatto che vestono i panni delle comparse. I veri protagonisti dello spettacolo sono i più piccoli. Non potremo cambiare il calcio italiano, ahimè, ma potremo però migliorarci tutti; come scuola calcio, ognuno contribuirà a sentirsi diverso dal resto delle società spezzine. Girando, ho visto persone non idonee (federazione che latita nelle cose importanti) o ancora allenatori che escogitano ed abituano i propri giocatori a furbizie d’ogni tipo, pur di intascare il successo.
Perdonatemi il ragionamento che ho condiviso, ma altro tasto dolente, sul quale però non si può sorvolare, è l'auto arbitraggio. Ci sono opinioni discordanti, su questa tipologia di gestione del gioco. Credo, anzi ritengo, sia utile per la crescita del senso di lealtà e maturità nel bambino. Partiamo da qui, dalle radici, per risolvere i problemi di sospetto e complotto; i settori giovanili necessitano assolutamente di professionisti competenti, fin dai primi calci; è lì che ci vogliono quelli che sanno cosa vuol dire sport e crescita e noi puntiamo su di voi; insieme favoriamo lo sviluppo della cultura sportiva, di questo meraviglioso gioco, sosteniamo il motto per cui “il gioco è divertimento” e soprattutto diffondiamo l’idea che lo sport è il mezzo più immediato per imparare la vita. Non lasciamo che però restino soltanto buoni propositi. Cambiamo mentalità, nessuno escluso.
Il mio augurio, infine, è che ognuno parta dal proprio piccolo, per iniziare a curare, con sempre più attenzione, i dettagli utili alla crescita, individuale e collettiva dei bambini. Con grande umiltà e positività e nella speranza che questo mondo malato riesca a tornare ai vecchi fasti, non vi faccio gli auguri di una grande stagione, ma vi faccio i miei più grandi auguri per riuscire tutti insieme a cambiare questo mondo malato, indipendentemente dai risultati sportivi ottenuti in termine di Vittoria o Sconfitta; la vostra è una sfida ed una missione.
“Per far felice un bambino, bastano un pallone ed un maestro, che si ricordi di essere stato bambino.”
Luigi Di Valentino
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